Credo che siate ignoranti come me nel non riconoscere il signore della foto. Si tratta (anzi si trattava) di Christopher Lasch (vedi). Questo sociologo americano ha pubblicato varie opere ma una in particolare mi ha colpito (e devo ringraziare un saggio di Marco Revelli che me lo ha fatto conoscere). Si tratta di "The true and only heaven" del 1991, opera piuttosto impegnativa ma il cui concetto principale era : come si può avere tutta questa fiducia nel progresso in un secolo dove il progresso stesso ha creato Seveso, Bohpal, Cernobyl? Il nostro ha scritto il suo tomo prima di Fukushima e non parliamo neppure di desertifcazione o crisi idrica o (forse) i terremoti causati dall'uso del "fracking". Buona domanda in effetti, io (come credo molti) ho sempre pensato al progresso come qualcosa che poteva "imbrigliare" la natura per piegarla ai nostri voleri ma le cose non stanno andando come si pensava anzi. Notare che tutto questo Lasch lo ha già fatto presente nel 1991 quindi oltre 20 anni fa. Certo il recente accordo raggiunto a Lima sulla riduzione delle emissioni è una ottima cosa ma non vorrei che siamo di fronte alla classica riunione condominiale che stabilisce l'utlizzo del cortile : se poi uno continua a parcheggiare 2 biciclette anziché una cosa succede?
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