mercoledì 24 dicembre 2014

Governo

Si avvicina la fine dell'anno ed è tempo di bilanci, anche per il governo italiano, quello capitanato da Matteo Renzi. E proprio di questi giorni è la riforma del lavoro, il "Jobs Act" (il cui nome sembra più adatto ad un prodotto Apple ma sappiamo l'amore del nostro Matteo per l'inglese e per la mela rosicchiata). Quindi abbiamo un fatto concreto su cui ragionare e vi è parecchio su cui avere almeno dei dubbi. La riforma è ampia ma per ora vorrei ragionare solo sulla parte che riguarda le partite IVA, i freelance ossia lo zoccolo duro della forza lavoro del futuro. Inizio dalla questione IRAP : pare che tale contributo non sia dovuto ma pare altresì che molti commercialisti consiglino il pagamento per evitare di incappare poi in multe. Davvero una esecrabile mancanza di chiarezza. Poi arriviamo al regime dei minimi che con la riforma scende da 30000 a 15000 Euro. Ossia vi è una tassazione ridotta solo se si fattura meno di 15000 Euro e si hanno meno di 35 anni. Come se fatturarne 30000 ti faceva entrare nella lista dei migliori contribuenti d'Italia di fisso! Non vorrei recuperare slogan del passato ma chiedere soldi ai ricchi no ? Veniamo poi alla questione più spinosa : l'aumento delle quote INPS dall'attuale 27 a 29 circa. Occorre dire che questo aumento era già compreso nella riforma Fornero la quale prevedeva di passare da 27 a 33 punti percentuali in 5 anni (e non è stato l'unico colpo basso che l'ineffabile Elsa ha tirato). I governi precedenti avevano "congelato" tali aumenti ed ora arriva Renzi che li recupera di colpo e non vale dire che dipendono da atti di governi precedenti perché questo vale anche per i congelamenti. Questo è davvero il problema italiano, l'INPS. Non è certo un mistero che l'istituto di previdenza semplicemente non ce la fa ma non si possono usare i giovani come un bancomat, già il loro futuro è tutt'altro che roseo ma così li stiamo davvero fiaccando. E ora che anche questi sedicenti giuristi (tutti prossimi alla pensione peraltro) la piantino di difendere i diritti acquisiti, nessuno vuole toccare le pensioni da 500 Euro ma quelle da 50000 si, eccome. E non serve neppure bloccare gli aumenti perché con l'inflazione praticamente a zero (se non negativa) non cambia nulla. E magari sarebbe ora di togliere anche qualche esenzione o "facilitazione" per gli over qualcosa. Mi spiego : il signor Mauro Sentinelli (vedi) forte dei suoi 90000 Euro di pensione MENSILE può pagare il biglietto del treno a prezzo pieno e pure il ticket per certi esami senza che la sua qualità della vita peggiori, o mi sbaglio?

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