Credo di essere tra i molti che non amano i taxisti, penso che sia una delle categorie meno amate del nostro paese. Temo con un fondo di verità perchè abbiamo sempre visto nei taxisti una sorta di corporazione assolutamente impermeabile. I tentativi di Bersani e Monti di introdurre delle variazioni nei regolamenti tesi a favorire delle liberalizzazioni si sono miseramente infranti sul muro delle proteste di piazza. Nei giorni scorsi a Milano si è avuto addirittura uno sciopero selvaggio quindi al di fuori delle regole che invece i taxisti vogliono siano rispettate. Il bersaglio principale della protesta "spontanea" era Uber il servizio di auto con conducente che sta rapidamente guadagnando consensi in tutti il mondo. La prima considerazione è che le "regole" tanto sbandierate mi pare siano quelle di una legge del 1992 la quale non poteva certo prevedere l'evoluzione tecnologica che c'è stata. Infatti il servizio di Uber è pesantemente basato sugli smartphone, quindi basta una app ed il gioco (pardon la prenotazione è fatta). Inoltre il metodo di pagamento preferito è la carta di credito. Quale è la situazione dei taxi a Milano ? La carta di credito non è ancora diffusa quindi bisogna richiederla esplicitamente, non esiste ancora il numero unico di prenotazione (pare arrivi per Expo2015 capirai) e molti taxisti sono ancora li ad aspettare che squilli la centralina per prendersi al corsa. Ma la cosa più incredibile è che Uber non è affatto economico, diciamo che costa almeno come il taxi "tradizionale" quindi non è neppure un "semplice" scontro di tecnologie. Quindi, cari (e non solo nel senso di affettuosi) taxisti, dovete farvi qualche domanda sul perchè siete in crisi (al di là del fatto che la crisi non è solo vostra). Soprattutto dovreste studiare un po' di storia per scoprire che chi si è troppo arroccato nelle proprie posizioni e non ha voluto "sentire" i venti che cambiavano direzione è stato molto spesso scavalcato.
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