Ovviamente il titolo del post è un "omaggio" all'ultima (ma solo alla data) "bravata" del nostro Donald! Parlo ovviamente di The Donald, il potus (per i meno smaliziati il presidente degli Stati Uniti d'America). Oltre oceano esiste una commissione (Federal Communication Commission) composta da 5 membri (almeno il suo direttorio visto che conta oltre 1600 dipendenti) che si occupa di telecomunicazioni e ovviamente di internet. Sotto l'amministrazione Obama avevano votato per mantenere la "net neutrality" con il risultato di 3 a 2. Poi è arrivato Trump che ha nominato un nuovo chairman che guarda caso ha fatto invece decadere la "net neutrality" per 3 a 2, Il vento è cambiato. Ma è davvero una brutta notizia? Magari tutti abbiamo chiaro il concetto di "neutralità della rete" ma forse una spiegazione può aiutare. La figura sopra schematizza assai bene il concetto : oggi viaggiamo tutti su una autostrada (si chiamavano "information highways" oggi non lo sento più) dove esiste un solo limite di velocità, da domani invece avremo corsie con limiti differenziati. Cosa vuol dire? Che una azienda potrebbe convincere (a suon di dollari ovvio) un internet provider a far scorrere i suoi flussi a velocità maggiore. Il caso più facile è quello di aziende che forniscono contenuti multimediali come Netflix (ma anche Amazon). Se poi una azienda come Google è anche provider (con Fiber negli USA) allora davvero saremo di fronte ad un internet di serie A e uno di serie B. La situazione non è esattamente nuova anzi, la Cina è l'esempio macro di questa diseguaglianza ma in quel paese i provider(s) fanno anche funzione di censura. Ma anche nei nostri mondi "democratici" vi sono casi : ad esempio il mio operatore telefonico (quei buontemponi della TIM) fornisce anche un servizio di musica, film e sport. In alcuni casi offre pacchetti dove se ascolto musica usando la loro app non intacco i giga del pacchetto stesso. Forse si chiama pure concorrenza sleale ma rende ulteriormente l'idea di cosa ci aspetta. Ma messa così si potrebbe obiettare che The Donald ha messo nero su bianco ciò che esisteva (in una sorta di mozartiano "così fan tutti"), ma rendere completamente legale la fine della "net neutrality" può avere effetti indesiderati. Pensiamo ad una startup che propone un servizio innovativo. Non avendo la potenza finanziaria potrebbe essere sempre confinata ad un internet "lento" che ne limiterebbe la diffusione oltre a rendere meno fruibile il servizio stesso. Tutto quello che potrebbero sperare è di essere comprati da un dei "big four" (Apple, Amazon, Facebook, Google) e basta. Processo che pare sia già in atto peraltro e anche qui The Donald avrebbe solo ratificato quanto già sta avvenendo. Peraltro i sostenitori della fine della "net neutrality" affermano che così arriveranno molti più soldi ai provider(s) che saranno così incentivati ad investire sulle infrastrutture (problema più presente negli States di quanto non si creda). Può darsi, certo ci vorrà del tempo per dire se la nuova "Rete" che ne uscirà sarà meglio o peggio (certo sarà difficile additare i cinesi). A pelle, questo nuovo internet fatto di ricchi e poveri, ma soprattutto nelle mani di super corporation, non mi piace per nulla.
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