venerdì 18 agosto 2017

Cafoni

Difficile non restare sbigottiti e indignati davanti alle immagini di turisti che entrano in chiesa in costume da bagno, che usano fontane storiche come bidet, che dormono nudi su un pontile e così via.  L'elenco è lungo purtroppo ma temo che il solito imputato, il turismo di massa, non sia l'unico colpevole. I fatti che ho citato si sono svolti ahimè nella penisola italiana dove purtroppo questi comportamenti restano impuniti. Eppure alcuni di questi comportamenti sono configurabili come reati quindi soggetti a multe non solo reprimende morali. Ma così vanno le cose come per molte altri mal costumi si vedano le deiezioni dei cani. Ma tra i vari articoli che ho letto sull'argomento sono rimasto colpito da uno della Fedrigotti che lamentava il proliferare di dj set in montagna anche d'estate. Una vera profanazione dice lei. Ora premetto che non mi piacciono i dj set, non ho più l'età (mica sono Gianluca Vacchi) ma colgo una certa retorica in questa sacralità del silenzio della montagna. Buona parte del silenzio è dovuto alla scarsità di persone, quando queste aumentano aumenta anche il rumore. Ricordo un paio di estati a Corvara con tanto di code e non esattamente silenzi assordanti. Certo il dj set è una evoluzione davvero negativa ma come per la cementificazione viene permesso comunque dalle comunità locali. Se già si comincia a limitare l'accesso alle automobili (vedi Svizzera) si ottiene una riduzione drastica ma certo il volume di affari diminuisce di conseguenza. Una scelta difficile vero?

Nessun commento:

Posta un commento