Ieri sera ho seguito in televisione la prima della "Madama Butterfly". Ammetto di non capirci molto ma mi è piaciuta. Quando siamo giunti alla fine ho colto una strana analogia tra il suicidio di Cho Cho San e quanto stava accadendo a Roma. Infatti il palco reale era sguarnito di politici (diciamo romani) perché proprio in quelle ore il nostro ineffabile Apple premier, Matteo Renzi, saliva al Quirinale (detto il Colle ma visto che ce ne sono 7 meglio fare chiarezza) per rassegnare le dimissioni (anche se mancherebbe la magica parola "irrevocabili"). L'analogia con la triste (anche se molto moderna) vicenda della geisha pucciniana è che le anche il governo Renzi si è suicidato. E come nelle migliori tradizioni nipponiche il harakiri si fa a due mani. La prima è ovviamente quella di Matteo Renzi che ha accettato (o è caduto nella trappola) di trasformare il referendum in una prova di forza dalla quale era impossibile uscire vincente (visto anche il numero di nemici che si era creato). La seconda non è quella di Grillo o Berlusconi, in quel caso si parla di pugnalata (più o meno alla schiena) mentre questo è un suicidio. No la seconda mano è quella di D'Alema che si è ormai guadagnato il titolo di serial killer di governi di sinistra. Il nostro Baffino ha dichiarato che vuole lasciare la politica considerando evidentemente questo ennesimo colpo il suo capolavoro. Speriamo anche se ormai le chance per la sinistra sono davvero poche. Vedremo cosa succederà (sulla nostra pelle), intanto faccio notare la reazione praticamente euforica delle Borse. Ma come una delle principali accuse mosse al nostro (ex) Apple premier era proprio quella di essere amico dei poteri forti? Ma come nel caso di D'Alema vale il detto : "dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io".
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