mercoledì 20 aprile 2016

Giustizia

Quando uno pensa ad una figura bendata pensa alla fortuna ma pochi (forse) rammentano che anche al giustizia è bendata. In questi giorni abbiamo avuto parecchie situazioni in cui vi è stato da ragionare sulla giustizia (e forse anche sulla sua presunta cecità). Cominciamo dal caso Matei (badate bene una sola "t"), la ragazza rumena che uccise (conficcandole un ombrello nell'occhio) una ragazza romana per un diverbio in metropolitana. Dopo nove anni le danno la semilibertà e questa si fa una gita al mare. Apriti cielo (o mare?) eppure se è una ha la semi libertà, ossia passa la notte in carcere, non è scritto da nessuna parte che durante il giorno debba stare inginocchiata sui ceci. Ora delle due l'una : o abbiamo tutti inteso male il "senso" della semi libertà (a parte lo zelante giudice) oppure fai pure quel c...o che vuoi ma non postare su Facebook le tue foto sorridenti. Quindi questo è il suo (secondo) crimine : aver dato a tutti la possibilità di verificare che non stava piangendo (se fosse stata un uomo magari si sarebbe fatto fotografare con una puttana) e quindi revoca della semi libertà. Questa è ipocrisia bella e buona che il giudice ha avvallato facendo, direi, una bella minchiata. Diverso sarebbe parlare del fatto che dopo 9 anni questa ragazza rumena gode già della semi libertà. Su questo argomento può essere interessante leggere questo post di Luca Sofri sul garantismo dove giustamente afferma che il garantismo non è il semplice contraltare del giustizialismo ma rispettare la legge è una cosa, dire che la legge è giusta a prescindere un'altra.

Nessun commento:

Posta un commento