sabato 17 agosto 2013

Egitto

Davvero difficile capire come si possa uscire dalla crisi egiziana. Una crisi che evidenzia una volta di più come la democrazia non si può scaricare a mo' di app e che le potenze occidentali (Stati Uniti in testa) fanno una fatica immane a districarsi nelle questioni medio orientali (d'obbligo citare l'Iraq). Ma vorrei "proporre" una differente lettura (non certo risolutiva) della crisi. Non ho trovato negli articoli che ho letto una analisi economica della situazione. Perchè non voglio essere l'ultimo dei marxisti ma credo che dietro anche una sanguinosa guerra come quella dei giorni attuali si celino motivazioni economiche. Riassumiamo la situazione egiziana : quasi 85 milioni di persone che devono stiparsi nell'unica parte abitabile che coincide con il letto del fiume Nilo. Il fatto che in tutto il mondo vi siano egiziani emigrati significa che laggiù non vi è lavoro per tutti e la crisi mondiale non ha risparmiato quel paese. Aggiungo che l'Egitto è si un paese musulmano ma con il 20% di cristiani (copti) che mi pare abbiamo un peso "economico" maggiore del loro 20%. Quindi temo che al di là della contrapposizione tra stato laico o teocratico vi siano ben precisi modelli economici a confronto.

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