domenica 26 maggio 2013

Husqvarna

Il nome Husqvarna fa affiorare ricordi della mia gioventù di moto crossista (assai scarso con la mia SWM). Questo storico e blasonato marchio ha avuto molte vicissitudini. L'ultima è la cessione da parte della BMW (che temo abbia sbagliato parecchio nella strategia) alla KTM (qui le sigle di 3 lettere la fanno da padrone) storico rivale di Husqvarna. Il risultato di questa mossa è che lo storico (tutto storico sigh) stabilimento di Biandronno verrà "alleggerito" di 212 dipendenti su 240 (mica paglia) con le immaginabili conseguenze su un paese di 3500 persone. Ma la cosa che voglio commentare è l'articolo del Corriere che con taglio polemico asserisce che lo stato italiano paga (tramite la cassa integrazione) la politica industriale altrui. Ora posso capire che la delocalizzazione dalla nostra penisola all'Austria, visto che la produzione verrà assorbita dalla storica (ancora?) sede di KTM, suoni bizzarro per non dire beffardo, ma il redattore dell'articolo in questione a cosa pensava servisse la cassa integrazione ? Disastro nucleare, invasione di cavallette o semplicemente obsolescenza (del tipo che fabbricavano calessi invece di moto?). La cassa serve in queste occasioni, direi soprattutto in queste occasioni. Quante delocalizzazioni abbiamo visto in questi ultimi 20 anni e non si può neppure invocare il fatto che l'Austria sia un paese UE, basti pensare a quante fabbriche si sono spostate dal Nord Est alla Romania. 

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