lunedì 4 marzo 2019

Psicologia

Forse la psicologia potrebbe spiegare quello che mi sta succedendo : vivendo in periodo difficile in un paese difficile mi aggrappo alle notizie che mi giungono da altri paesi e che mi danno fiducia, almeno a livello "globale". E mi ritrovo a parlare ancora di Stati Uniti d'America, paese anch'esso molto complesso ma con degli spiragli di speranza (che ahimè non vedo quì). Il professore (mio suocero) mi ha segnalato questo articolo del "New York Times". Ora facciamo una doverosa premessa, il prestigioso giornale della Mela è sempre stato piuttosto "liberal" ma parliamo comunque di una testata molto letta quindi il fatto che affronti questo argomento è, come dicono i più giovani, "tanta roba". Ma cosa avranno mai scritto? Francamente una cosa di cui ho già parlato ma vedere quel titolo è stato abbastanza uno shock : "The electoral college is the gratest threat to our democracy". Insomma Houston (meglio Washington) abbiamo un problema, e il problema sta proprio nei meccanismi elettorali che sono stati concepiti per evitare che in certi stati le maggioranze nere potessero vincere! Ovvio che questa è una analisi un po' massimalista in quanto vi sono altre istanze dietro il sistema elettorale statunitense come il voler "proteggere" gli stati meno popolosi contro quelli più affollati ma comunque questi stati sono (stranamente) popolati da bianchi e cristiani e spesso protestanti, insomma i WASP. Anche se animati da buone intenzioni (ma di buone intenzioni è lastricata la via per l'inferno, peralto) hanno comunque creato un sistema che permette troppe strategie che rendono impossbile avere un terzo candidato e che permettono la vittoria di un democratico solo se questi ha una maggioranza davvero ampia. Già detto ma almeno adesso vi è la possibilità di uscire dal puro e semplice conflitto tra bad guys e good guys e mettere mano a questo sistema davvero bacato.

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