domenica 18 novembre 2018

Bufale

Oggi saccheggio "IlPost" (davvero un ottimo sito, ultra consigliato) per parlare di un problema dei nostri giorni che credo stia diventando davvero importante : le "fake news" o, più localmente, le bufale (nulla a che vedere con le produttrici di mozzarella ahimè). La prima ci riguarda nel senso che è italiana ed è la vicenda dei ragazzi che non potevano andare al MIT (vedi). Brevemente : questi studenti di una scuola di Napoli non avevano i fondi per andare a Boston (sede del MIT) per disputare la finale di un torneo di robotica. Apriti Cielo! Tagli indiscriminati e così azzoppiamo anche quelli bravi , peccato che non si erano qualificati e peraltro la finale non è a Boston ma nella molto più vicina (ma evidentemente meno attrattiva) Alicante. Ora vi sono due problemi : primo la scuola non ha mai smascherato i ragazzi e quindi mi chiedo se qualche PM agitato da focoso furore giacobino non pensi di far passare qualche guaio alla preside, secondo la scuola di cui parliamo è a Napoli! Un caso? Forse ma non alimenta altro che vecchi e mai sopiti pregiudizi che d'altronde trovano conferme. Ma andiamo oltre perché per la prossima bufala (vedi) andiamo oltre oceano, proprio in quegli Stati Uniti che quei 4 gaglioffi napoletani tanto bramavano. La vicenda risale a qualche tempo fa : una ragazza in piena notte nel New Jersey si ritrova senza benzina, un senza tetto (ex marine dettaglio non irrilevante) le da gli ultimi soldi che aveva per permetterle di tornare a casa. Lanciata una campagna di solidarietà su uno dei vari siti di crowd funding e raccolti 400 mila dollari. Tutto falso, tutto orchestrato ed in questi giorni gli autori della sciarada sono comparsi davanti al giudice. La seconda "storiella" è purtroppo peggiore della prima perché nel primo caso bastava informarsi per scoprire che la finale non era a Boston e da lì credo sarebbe stato facile risalire anche al fatto che gli studenti napoletani non si erano neppure qualificati. Nel secondo caso invece è oggettivamente più difficile verificare, bisognerebbe iniziare a ragionare come mai non aveva nessuno che la potesse venire a prendere, non aveva nessun mezzo elettronico di pagamento insomma un "pensar male" che forse neppure Andreotti avrebbe ipotizzato. Certamente la cultura aiuta a contenere le bufale ma qui non parliamo di scie chimiche o uranio rosso, si tratta di spirito critico (talvolta semplice "buon senso") che dovrebbe essere certamente insegnato, ma in scuole dove gli studenti prendono a sediate gli insegnanti e ci mettono due settimane a chiedere scusa la vedo difficile.
Ps la chiosa l'ho inserita per cercare di mantenere vivo anche il mio spirito critico in quanto l'episodio citato è successo a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza.

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