martedì 30 ottobre 2018

Mutti

Diciamo che fino a domenica si poteva parlare di crisi della sinistra a livello mondiale, ma da oggi la situazione si è fatta più complicata (almeno così credo). Le ultime elezioni in Assia hanno segnato un meno 11% del partito di #Angela_ Merkel, la CDU e quindi dopo l'altra debacle in Baviera Mutti (il soprannome di Angela, "mammina") ha deciso di dire basta. Ovvio che dopo 18 anni la stanchezza (dell'elettorato) si fa sentire e trovo anche (abbastanza) ovvio che Angela abbia deciso di smettere, non si ricandiderà per il ruolo di cancelliere e neppure per ruoli all'interno del partito (sentito Renzi?). Ma tutto questo non fa parte della crisi della sinistra perché la Merkel non è di sinistra. Certo ha fatto scelte anche di "sinistra" come il nucleare ma in ossequio ad un pragmatismo politico più che ad un ideologia di sinistra. No, qui in crisi è davvero un certo sistema e non ritengo affatto casuale che nello stesso giorno (fuso orario più, fuso orario meno) in Brasile si affermava Jair Bolsonaro, leader di destra ma di quella estrema. Ed anche in Germania se si può guardare con speranza alla rinascita dei Verdi (peraltro il colore è di buon auspicio) dall'altra parte abbiamo la avanzata di AFD un partito di "fascitoni" diremmo noi, da loro li chiamano semplicemente "nazi". Salvini, Orban per arrivare fino anche a Trump sono i leader di un mondo che non ha mai goduto così tanto benessere ma sembra letteralmente terrorizzato di perderlo! La paura di dover rinunciare a questo status sarebbe per lo meno una comprensibile motivazione, ma qui si parla di qualche rinuncia magari da farsi nel nome del pianeta più che di una singola nazione. Ma indietro non si torna, quindi andiamo avanti verso il precipizio (temo).

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