Quindi lo spettacolo delle culle vuote non sarà più vero in Cina! Come segnala l'amico Maso qualche giorno orsono il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (che diamine il partito di oltre un miliardo di persone ha pur diritto di darsi un nome un po' altisonante) ha deciso di abbandondare la famigerata politica del figlio unico, che era in vigore dal 1979 (vedi). Delle conseguenze abbastanza nefaste di quella legge si è parlato molto : le prime vittime erano ovviamente le bambine abortite o buttate nelle rogge, una maggioranza di maschi costretta a "importare" le spose dai paesi limitrofi, un paese destinato ad diventare un enorme ospizio di vecchi (maschi). C'era abbastanza per una trilogia di fantascienza (oggi pare sia impossibile fare film singoli) ma di quelle veramente distopiche e allora il Comitato etc ha deciso, con cuore di padre (sempre maschi però), di raddoppiare la quota : adesso si potranno avere due bambini per ogni coppia (credo eterosessuale non mi risulta ci sia una particolare attenzione per le coppie gay). Bravi si potrebbe dire ma come diceva Giulio a pensar male ed ecco un articolo della agenzia Bloomberg (citato anche dal primo) che getta una luce diversa su questa "apertura" alle nuove nascite. Il colosso cinese ha da un lato bisogno di manodopera (ed infatti sta già attirando masse dal vicino Bangladesh) e dall'altro deve spingere i consumi interni per continuare a crescere. Come ho già detto il PIL cresce in modo praticamente automatico se vi è una crescita della popolazione e anche la corazzata cinese non puo' crescere solo grazie alla domanda esterna. Per cui crescete e moltiplicatevi, su cosa poi mangeranno tutte queste nuove bocche da sfamare ne parliamo un'altra volta.
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