L'amica Francesca, in una lunga mail, solleva tutta una serie di interrogativi sulla scomparsa recente di Pino Daniele. Premette anche che sulla morte non si specula e qui siamo tutti d'accordo. Ma andiamo con ordine : ogni qualvolta che viene a mancare un artista (ma non solo) che abbia avuto un certo successo si scatenano tutta una serie di personaggi che si disputano l'eredità peggio che l'osso per un branco di cani. Senza scomodare big anglosassoni pensiamo a Dalla o Pavarotti, quindi sulle varie circostanze della morte (la presunta foratura, l'ambulanza tira tardi) lasciamo perdere o alla peggio lavoreranno le polizie, le magistrature (e i giornali di gossip). Su un aspetto sono d'accordo con Fra, sulla retorica eccessiva che trasfigura Pino Daniele (quello è il suo primo disco) a simbolo della citta di Napoli. Ma come tutto questo concentrato di spirito partenopeo vive in Toscana? Certo per un uomo che soffre di cuore vivere laggiù non è probabilmente facile, anzi ogni spostamento (non importa quale mezzo decidi di usare) mette a dura prove le coronarie di chiunque. Ma lui ha voluto essere sepolto in Toscana quindi tutto questo "amore"? E suvvia un doppio funerale? Forse viviamo in un mondo che non riesce più a creare icone (a parte qualche chef) e ci si aggrappa alle vecchie. Non ero un fan accanito ma certo Daniele è stato uno dei musicisti più influenti italiani capace, cosa non comune, di uscire dai confini della penisola ma penso di poter affermare che non è mai stato un personaggio così eccessivo come invece sembra trasparire dagli eventi che hanno seguito la sua scomparsa.
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