mercoledì 27 novembre 2019

Uber

Molti miei concittadini lamentano la mancata diffusione di Uber come uno dei segni del fatto che viviamo in un paese da operetta. Concordo ma forse Uber non è il punto su cui insistere. Sembra che a breve potremmo consolarci con il fatto che anche la tanto ammirata Londra lo vieterà. Di fatto la storia tra Uber e la capitale della perfida Albione risale ad ormai due anni ed è molto ben raccontata in questo articolo di "AGI" dal quale si evince che i britannici non hanno dichiarato illegittimo Uber di per sè ma "inadatte" le condizioni in cui offre il suo servizio (assicurazioni scadute, personale molesto). L'articolo evidenzia un altro paio di cosette tipo che Uber non ha ma prodotto un dollaro di utile (ma di questo parliamo un'altra volta) ma soprattutto il ruolo che il nuovo CEO, Dara Khosrowshahi, ha avuto. Nuovo perché il fondatore se ne è praticamente scappato dopo aver combinato un bel po' di pasticci (tutto sempre ben raccontato). Forse questo nuovo CEO sarà un campione di gestione aziendale ma come "investor relationship" ha da imparare (direi). Come ben ci spiega questo articolo de "IlPost". Durante una intervista un giornalista chiedeva se non vi era alcun problema ad avere tra i proprio maggiori azionisti un fondo arabo al capo del quale vi è lo sceicco sospettato di essere stato il mandante dell’omicidio di Khashoggi. La risposta del nostro Dara è che tutti fanno errori ma possono (o devono) essere perdonati e già questa era una risposta davvero da incorniciare, ma ha pure proseguito cercando di fare un parallelo tra l'omicidio del giornalista e le vittime provocate dalle auto a guida autonoma! Forse forse non la sento poi così tanto la mancanza di Uber.

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