mercoledì 20 novembre 2019

Social

Credo sia chiaro a tutti l'enorme problema che pongono i social network e certo un post non riesce neppure a sfiorare un problema di questa portata (figuriamoci risolverlo). La amica Francesca mi ha segnalato questo articolo de "La Repubblica" in cui si narra della brutta avventura capitata al noto cantante Will.i.am, dei Black Eyed Peas. Di cosa si tratta ? Il nostro abbronzato amico (direbbe il Silvio) durante la fase di atterraggio dell'aereo su cui volava, non ha spento il computer con il quale stava componendo musica e poiché portava le cuffie non ha sentito l'annuncio che invita a spegnere tutti gli apparecchi elettronici. Forse e forse no e comunque non credo sia il primo aereo che prende ma arriviamo al punto : una solerte hostess della compagnia aerea Quantas lo ha apostrofato in modo severo forse razzista. Allora cosa sia successo bisognerebbe chiederlo a dei testimoni ma il fatto è che il nostro menestrello ha postato su Twitter la sua versione della storia ed avendo ben 12 milioni di follower potete ben immaginare il putiferio che ne è seguito. Il problema è "tutto" qui : se hai 12 milioni di follower puoi organizzare una gogna mediatica nei confronti di quella hostess che non ha praticamente modo di difendersi. Certo che il fatto che la compagnia abbia deciso di sostenerla anche a livello processuale getta più di un dubbio su come sia andata davvero la storia. Ma ripeto il punto è il potere che questi social hanno, potere praticamente "fuori controllo" come afferma quel PM del caso Fedez. Ma questo articolo ha un ulteriore problemino (diciamo pure così)  : l'autore nel descrivere il fatto afferma che le procedure di sicurezza sono una seccatura. Vabbè non è proprio un gran commento ma passi. Il punto è che poi dice che queste procedure "sono un protocollo necessario per la sicurezza. Almeno così ci dicono". Complimenti manca solo un bel punto esclamativo e quindi è palese che il nostro articolista (tale Diego Luna) ha già messo nero su bianco chi ha torto e chi ha ragione. E questo è un giornalista, quindi siamo un po' più "in alto" rispetto ai social.

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