Ormai sono quasi 12 anni che Luigi Pintor se ne è andato. Per chi lo abbia dimenticato (o peggio non lo conoscesse) era uno dei principali "titolisti" del Manifesto, e quella raffigurata era uno delle più famose prime pagine del "noto" quotidiano. Ma quella prima del 1983 rischia di essere smentita dai fatti. Pochi giorni fa è stato eletto (stavolta senza il penoso teatrino della tornata precedente) Sergio Mattarella come 12mo presidente della repubblica italiana. Una persona di certo degna ma comunque un ex dc, un moroteo (anche qui qualcuno forse ha dimenticato). A palazzo Chigi abbiamo Matteo Renzi, che non si può chiamare ex dc solo per questioni anagrafiche. Quindi la DC è tornata sotto le "mentite" spoglie del PD? Pare proprio di sì e sembra pure cosa molto gradita almeno a stare ai parlamentari che lasciano altre formazioni proprio per entrare nella grande "ecnumene" pidiessina. Proprio dopo l'elezione di Matttarella si è consumata l'ultima diaspora, 8 parlamentari di "Scelta Civica" sono passati al PD (ed hanno avuto vita facile i titolisti a rinominarla "Sciolta civica"). D'altra parte la formazione politica creata da Mario Monti era stata da tempo lasciata dal suo creatore perdendo buona parte dell'appeal. Ma questo è un segnale importante credo, un segnale che decreta la fine del "sogno" del bipolarismo, un sistema politico che (come ho già detto in passato) non è nelle corde italiane. Ma forse non è un male in assoluto anche perché il paese bipolare per definizione, gli Stati Uniti d'America, hanno una democrazia super ingessata. Da noi il bipolarismo ha prodotto solo scarsa governabilità e una pletora di partiti "persona" come appunto "Scelta Civica" o il movimento di Grillo, dopo il partito padronale del Silvio. Il tempo dirà se questo PDC (può andare come sigla?) sopravviverà a Matteo Renzi, intanto fossi "Il Manifesto" titolerei "Non moriremo renziani" ma ci metterei un punto di domanda in fondo.
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