giovedì 17 dicembre 2020

Dura(2)

 

Mi ritrovo a parlare di donne e giustizia e con due fatti che le vedono da un lato vittima e dall'altro carnefice. La foto non c'entra con i fatti di cui sopra ma è di Ruth Ellis l'ultima donna impiccata in Gran Bretagna, dove però i ruoli sono un po' "mescolati", se volete approfondire vi consiglio il film "Ballando con uno sconosciuto". Molto più chiaro è il primo fatto di cui parlo : l'infermeria di Lugo che ha ucciso un suo paziente di 95 anni, ve lo racconta "La Repubblica". A parte qualche battutaccia del tipo : "ma non potevi aspettare che la natura facesse il suo corso" noto che le è stata applicata una pena di 30 anni (anziché l'ergastolo grazie al rito abbreviato). Essendo una omicida che ha agito per vendetta credo sia una pena equa. Ma arriviamo al secondo fatto in cui la donna questa volta è la vittima. Parlo del femminicidio di Brescia dove l'omicida è stato assolto per "delirio di gelosia", come racconta "La Stampa". Quindi un uomo può uccidere perché in preda ad un delirio mentre una donna non può avere un delirio di vendetta? O almeno le due motivazioni sono così profondamente diverse da passare da un ergastolo ad una assoluzione? Faccio fatica a capire le famigerate intenzioni del legislatore e di conseguenza l'interpretazione che ne hanno dato i giudici. Ma poi mi viene un dubbio : non è che l'infermiera di Lugo ha scelto l'avvocato sbagliato?

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