domenica 11 agosto 2019

Triste

La tristezza non riguarda la situazione politica (quella è tragica) ma il fatto che all'alba del 2019 l'Italia è ancora un paese di migranti. Ed è triste il fatto che una certa parte di questi migranti sono giovani laureati. Come è potuto succedere? A questa domanda cerca di rispondere il libro presentato in questo articolo de "Il Sole 24 ore". Ma prima di parlare di cause parliamo di effetti. Nell'articolo viene citata una statistica dalla quale si evince che un laureato in Italia viene pagato il 13% in più di un "semplice" diplomato contro la media OCSE del 37% e soprattutto contro il 44% della Germania o addirittura il 52% della Francia! Partendo da questi dati si capisce bene come mai ci siano tanti neo laureati disposti a lasciare la mamma per andarsene all'estero. Oltre tutto non è che qui da noi i posti abbondino (ma le due cose sono ovviamente legate) per cui è abbastanza chiaro che i sentieri di carriera portano dritto al confine. Certo esiste poi tutta una serie di giovani che vanno a fare il cameriere a Londra che è un po' ridicolo vista la notevole industria turistica italiana ma in ogni caso la famosa "fuga" all'estero esiste ed è un problema. Non credo di leggere il libro in questione ma azzardo qualche motivazione per spiegare come mai si è giunti alla situazione attuale. Penso che gli architetti citati dall'articolo siano discretamente paradigmatici. Aver aperto le università a tutti ha inevitabilmente abbassato il livello e di pari passo sono andate le retribuzioni. Non si possono sfornare architetti come pagnotte anche perché l'edilizia in un paese come l'Italia non può essere un motore come in altri paesi che hanno spazi da vendere. Quindi occorre limitare, contingentare il numero di laureati. Certo esiste il concreto rischio di una università elitista (la Francia docet) ma avere tutta una serie di laureati scontenti serve solo al Movimento 5 Stelle. Inoltre ci sono state alcune riforme che penalizzano le università troppo severe per cui si arriva quasi al paradosso che una volta ammessi quasi è fatta. Ovvio che cambiare le cose sarà piuttosto doloroso per le prossime leve ma temo non vi siano molte alternative. Certo che in una società come quella attuale faccio molta fatica a pensare ad una sterzata così violenta verso il merito e il sacrifico ma la strada è quella. 

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