Qualche giorno fa la nota casa automobilistica Volvo ha annunciato il lancio di una "device" che servirà a ripulire (almeno in minima parte) il mare dalla plastica e che non userà più oggetti monouso fatti di plastica nei suoi impianti o eventi da lei organizzati. Encomiabile iniziativa, senza dubbio ma senza citare sempre il nostro Giulio Andreotti un dubbio viene. In effetti è letteralmente esploso il problema plastica (pure con la variante micro), soprattutto quella in mare. Ripeto bene che si affronti il problema ma come mai adesso? L'isola galleggiante di plastica, il "Pacific Trash Vortex" non è esattamente una novità, quindi? Da inizio anno la Cina ha di fatto bloccato le "importazioni" dei rifiuti di plastica da Europa e America. La svolta ecologista fortemente voluta da Xi, il presidente (un pochino autoritario ma tant'è) cinese ha fatto si che l'Europa prendesse atto del fatto che non aveva più un posto dove buttare la plastica. Certo esiste sempre l'Africa (e anche un pochino il sud America) ma è risultato chiaro che la soluzione non era quella sempre di scopare la polvere sotto il tappeto. Per cui è cominciata una enorme campagna di sensibilizzazione seguita da iniziative legislative tese a limitare il consumo di plastica, soprattutto nel comparto degli oggetti monouso. E adesso arriviamo alla notizia con cui ho aperto il post : qualcuno leggendo Volvo avrà pensato allo spirito ecologista svedese, che certamente esiste ma meglio non dimenticare mai che la nota casa svedese non è più svedese da circa 8 anni essendo entrata a far parte del conglomerato Geely. Ma alla fin fine il nemico del mio nemico è mio amico per cui ben venga la scelta cinese.
Ps relativamente a tale sceltaoccorre ricordare la vertiginosa crescita del reddito cinese degli ultimi anni, che ha motivato il governo a decidere di non essere più la pattumiera del mondo. Ma allora devo dare anche atto a The Donald, il presidente americano, che vuole togliere qualche privilegio agli ormai agiati cinesi.
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