Dopo tutti i movimenti "no something" anche quello contro i brevetti ci stava anche bene. La notizia è di pochi giorni fa : il presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden, sarebbe favorevole alla cancellazione dei brevetti sui vaccini anti covid. Di primo acchito mi è sembrata una gran bella notizia, peraltro Biden aveva già lanciato una proposta molto "democratica", la "global tax" di cui ho già parlato che va a penalizzare i ricchi. Insomma gli manca la calzamaglia verde e poi potrebbe davvero candidarsi al ruolo di Robin Hood del terzo millennio. Ovvio che qualcuno si sia opposto ad esempio le grandi industrie farmaceutiche (i famigerati Big Pharma) ma poi sono arrivate altre voci. La prima è della cancelliera Angela Merkel ed anche qui un po' ci sta visto che una parte del brevetto Pfizer è della teutonica Biontech. Ma anche dalla UE sono arrivati dei distinguo, vero che il presidente, Ursula von der Leyen,è anch'essa tedesca ma qualcosa cominciava a non tornare. Politicamente sembra una proposta acchiappa consensi, perché opporsi allora? Forse la risposta sta in due semplici numeri 5 e 50. Sono entrambe percentuali e la prima rappresenta quanti vaccini esportano gli USA mentre la seconda quanti ne esporta la UE. Quindi rendere liberi i vaccini potrebbe essere di poco impatto per gli americani, decisamente di più per gli europei. Ora non sono un esperto ma credo che le fabbriche di vaccini siano grandi impianti che però occupano relativamente poche persone ma sappiamo che difficilmente saremmo competitivi con indiani, cinesi o brasiliani per cui è sicuro che la UE soffrirebbe di più, anche perché gli USA potrebbero comunque alzare barriere doganali o imporre dazi (più o meno la stessa cosa) e preservare il loro mercato interno. Quindi Biden ci sta tendendo una trappola? Forse no, ma meglio non saltare subito alle conclusioni.
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