Forse corro il rischio di essere definito melodrammatico ma temo che la parola adatta sia proprio agonia. Parlo della situazione delle sale cinematografiche italiane. Proprio di questi giorni è questo articolo di "ANSA" che da un quadro raggelante della situazione : si sono persi 500 schermi su 3600. Giusto per la cronaca uno dei pochi cinema di Milano centro, l'Arlecchino, ha chiuso i battenti giusto una settimana fa. Ma è chiaro che se la situazione è quella della foto dell'amico Carlo questo è solo l'inizio. All'inizio del post ho sottolineato che sto parlando delle sale italiane. Non ho dati di prima mano sul resto del mondo ma non ho colto tutta questa euforia ma certamente qui da noi le cose sono davvero messe male. Temo che la pandemia si sia abbattuta sulle sale italiane come su un soggetto fragile, ma senza possibilità di vaccino. Ma di sicuro la politica ha avuto una parte non secondaria. Ho già scritto che le sale comportano ingenti capitali ma occupano davvero poche persone per cui non è un area su cui un governo debba impegnarsi ma adesso siamo al ridicolo. Uno può passare una intera serata seduto ad un tavolo senza mascherina (e magari circondato da altri tavoli) mentre per le sole due ore di un film deve starsene seduto con la FFP2 e non può neppure bersi una bottiglietta di minerale. Ma attenzione del 10 marzo i gestori potranno vendere di nuovo popcorn e coca cola! Francamente mi sembra una presa per il culo.
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