venerdì 9 luglio 2021

Lavoro

Vecchio slogan ma sembra che con la pandemia sia in un certo qual senso, tornato alla ribalta. Magari questo virus ci portasse qualcosa di buono. La notizia che ha fatto il giro dei mondo (o dei siti per meglio dire) è il risultato eccellente che ha ottenuto l'Islanda : ridurre le ore lavorative a pari stipendio! Ohibò sembra davvero un equazione irrisolvibile eppure.... Consiglio (tra i molti) la lettura di questo articolo de "IlPost" dal titolo auto esplicativo "In Islanda si lavora meno e si guadagna uguale". La stragrande maggioranza degli articoli usa toni trionfalistici, ma questo sottolinea (correttamente) alcuni aspetti. Il primo è quello geografico : l'Islanda è un paese piuttosto isolato e non particolarmente popolato, tanto per capirci è paragonabile alla provincia di Cremona che è pure quart'ultima in Lombardia per abitanti. Parliamo di un paese ricco (anche se la situazione debitoria non è molto rosea, specialmente con il Regno Unito) e parliamo di un "esperimento" che dura da 5 anni e che ha coinvolto 2500 dipendenti statali. Gli studi fatti sono certi che in questi 5 anni la produttività non é scesa anzi in qualche caso è pure aumentata! Sarebbe il caso della polizia ma giustamente l'articolo solleva qualche distinguo. Ma tornando a bomba parliamo di dipendenti statali che normalmente non sono particolarmente produttivi (e parlano pure di burnout!). Lo so è uno stereotipo ma mio cognato ha lavorato per qualche anno a Washington (DC) a contatto con strutture federali e mi ha riferito situazioni abbastanza incredibili, e siamo nei super efficienti Stati Uniti. Ovvio che il fatto di essere dipendenti pubblici non è dettaglio di poco visti che lo stato non deve necessariamente far quadrare i conti (magari ogni trimestre). Però sono convinto che avere più tempo a disposizione sia una vera forma di progresso (mica il 5G) ma diciamo che mi piacerebbe veder applicato questo modello a qualche centro di logistica Amazon.
L'articolo parla ad un certo punto anche di costi perché nel settore ospedaliero si è dovuto assumere del personale proprio per "riempire" i buchi creatisi dall'orario ridotto. Ecco forse dove bisogna davvero fare qualche meditazione : meglio spendere soldi per assumere qualcuno in più oppure distribuire a pioggia un reddito di cittadinanza che rischia di disincentivare le persone a trovare un lavoro? Su questo, ma qui ci vogliono numeri "precisi", bisognerà confrontarsi.

 

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