Premetto che un post non è sufficiente a trattare questo argomento ma almeno gettiamo qualche base per una riflessione. Qualche giorno fa Facebook (e la "sorellina" Instagram) hanno chiuso una serie di pagine relative a CasaPound e affiliati. Personalmente posso anche essere contento ma ogni moneta ha due facce (e parlando di facebook) e non vorrei che si parli di censura. Anche perché parliamo di una società americana che quindi potrebbe decidere di chiudere anche siti di sinistra in onore al principio "better dead than red". Ma andiamo con ordine, innanzitutto lo può fare? Ho letto l'opinione di Guido Scorza, uno che di queste cose se ne occupa, e pare di sì. Si tratta di una società privata che fornisce un servizio oltretutto senza un corrispettivo (almeno diretto) quindi diciamo che decide chi far entrare nel salotto. Certo, ma non può ledere il diritto alla espressione, diritto che d'altronde non può essere usato per veicolare contenuti che inneggiano all'odio. Ma qui si va più sul merito ed allora il ghiaccio su cui stiamo pattinando diventa sempre più sottile. Anche perché abbiamo leggi in Italia che considerano reato l'istigazione all'odio per non parlare del divieto di ricostituzione del disciolto partito fascista. Quando torneremo alle urne vi è il concreto che avremo in parlamento uno o più rappresentanti della estrema destra. Tutto bene per il nostro ordinamento ma non per i signori di Menlo Park. Non che la nostra giustizia sia esente da critiche (vedi i permessi premio concessi ad un assassino) ma che sia Facebook il nuovo tribunale mi sembra un po' eccessivo. Ma occorrerà trovare una soluzione e a livello globale. Sembra proprio che nella seconda metà del 2020 arriverà Lybra, la valuta virtuale (non è uno cripto ma poco cambia) di Facebook. Inutile dire che potrebbe avere effetti indesiderati (tanto per fare il bugiardino) ma non è questione che possono risolvere i singoli stati. Intanto magari si potrebbe iniziare a postare un po' meno ......
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