martedì 22 novembre 2011

Compact Disc

O meglio il caro vecchio CD. Eh si vecchio perche' stando a questo articolo tale formato sara' abbandonato ! Bene abbiamo gia' archiviato il vinile perdendo delle copertine incredibili (chi si ricorda "Thick as a Brick" ?), perdendo il lato A ed il lato B (che potevano anche essere diversi acustico/eletrrico o lento/hard). Ora con il CD perderemo anche i concept album. Oddio qualcuno obbiettera' che l'album esistera' ma sara' ridotto ad una sorta di playlist di brani nuovi dello stesso autore ! Tutto diventera' brano-centrico magari da fruire in streaming quindi svincolandosi addirittura dal possesso del singolo MP3. Quindi dematerializzazione pura che tocchera' anche ai DVD ed ai libri . Ma chissa' cosa inventeranno quei buon temponi del marketing per riempire tutto quello spazio che si liberera' nelle nostre case.
PS mentre scrivo si sta tenendo la conferenza di Monti a Bruxelles speriamo bene senno' gli spazi vuoti di cui sopra li riempiremo di lacrime e sangue in ampolle artistiche

2 commenti:

  1. Marzio la tua blogger di fiducia ti propone una lettura del problema che sono certa ti intripperà. Da un punto di vista strettamente filosofico tutta questa dematerializzazione di beni culturali di "apparente" largo consumo e diffusione(nello specifico libri, musica e film)non rappresenta un grosso problema perchè il valore e il senso dei beni culturali e del "bello" in generale consiste nella fruizione e prescinde quindi dal mero possesso materiale. Un esempio tipico sono le opere d'arte: è bello, bellissimo ammirarle ma riusciamo a goderne anche senza averle materialmente in salotto. Certo, ci piacerebbe, ma visto che non è pensabile che ciascuno di noi si piazzi un david di donatello in soggiorno (anche perchè poi dove lo facciamo il Magniplex?) ce ne siamo fatti una ragione e se proprio ci piglia la sindrome di stendhal noi italiani, che siamo particolarmente fortunati, prendiamo un treno ed andiamo a mangiarci un gelato in piazza a firenze. Per libri, film e cd parlo di diffusione apparente perchè se un libro ce l'abbiamo in mille ma sta a prendere polvere in una libreria senza che nessuno lo legga è come se non ce l'avesse nessuno. Quanti libri cd dvd e mp3 ammuffiscono nelle nostre case e nei nostri pc inascoltati e non letti? Possiamo però noleggiarli, scaricarli, prenderli in prestito dalle biblioteche e liberarcene dopo averne fruito senza il bisogno di averli fisicamente in casa. Problema diverso e assai controverso sarà invece la conservazione dei beni culturali nel tempo, per la quale hanno sempre svolto - e spero continueranno a svolgere - la loro preziosa funzione biblioteche cineteche e archivi vari. Ricordiamo che per quanto i libri fossero poco diffusi nel medioevo, ma comunque presenti nelle case dei ricchi, è stato solo grazie ai cistercensi (e quindi a dei bibliotecari di professione)che la cultura aristotelica è giunta fino a noi. Il problema che vedo nella dematerializzazione della cultura e nella inevitabile conseguente gestione della conservazione affidata ad organismi ed enti pubblici e/o centralizzati sta soprattutto nella gestione politica della memoria: diventa assai facile conservare e tramandare ai posteri solo ciò che aggrada al potente di turno e fa gioco alla sua narrazione personale. Storia vecchia questa. Ma c'è anche da dire però che se gran parte di ciò che attualmente i marchettari ci rifilano come "cultura" (tipo lo "spassosissimo" film belga di ieri sera Kill Me) sparisce definitivamente dalla faccia della terra entro il prossimo anno, non solo il mondo ne beneficierà, ma soprattutto ritengo che le generazioni future possano farne tranquillamente a meno....anche perchè non solo la mamma dei cretini è sempre incinta, ma anche quella dei creatori e divulgatori di inutile fuffa. Buona serata - anna (ps ti sei pentito che non sia andata in piscina con tua moglie??)

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  2. Si il commento mi sembra azzeccato in effetti siamo sempre davanti alla annosa questione del possesso versus l'utilizzo (la 46 rapprensenta un buon paradigma). Hai di certo ragione sul Raffaello ma qui si scivola sulla pericolosa china di un ulteriore problema cosa vuol dire guardare un opera? Bill Gates ha riempito la casa di schermi ad alta risoluzione dove proietta opere da lui possedute (e custodite in ben protetti caveau). Tornando al post temo che il rischio e' quello da te esposto o meglio nella nostra societa' fruizione e' comnunque sinonimo di consumo che con la dematerializzazione diventa facilmente usa (o meglio ascolta, guarda, leggi) e getta

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