sabato 5 novembre 2011

Business model

So di non essere il primo a parlare del negozio in questione (c'e' un gruppo su FB e ne parlo' Repubblica sull'inserto del sabato) ma volevo condividere la mia personale esperienza. Ieri pomeriggio , qualche minuto prima delle 17 entro al Grissinificio Edelweiss (cosa c'entrino le stelle alpine non e' chiaro ma tante'). Diciamo subito che sembra di essere catapultati nella Berlino Est ante caduta muro comprese le madie semivuote e le commesse , sicuramente efficienti, ma non esattamente sexy. Alla mia ingenua domanda se avessero dei grissini la risposta e' stata : "per oggi li abbiamo finiti". Il tapino (ossia io) ha cercato di recuperare chiedendo "ma se passo domani ?" Risposta : "Eh no domani abbiamo gia' tutto prenotato se vuole la metto in lista per settimana prossima!".
Incazzatura seguita a sgomento seguita a sincera ammirazione. Questi non hanno mai visto un consulente di marketing, di organizzazione, nulla eppure la bonta' del loro prodotto (eccellente no question about) e' sufficiente a far marciare il loro business come un tank. A quel punto mi sono diretto all'uscita con la coda tra le gambe (e un pacchetto di schiacciatine buone ma i grissini sono un'altra categoria). La proprietaria , mossa a compassione, mi ha detto : "la prossima volta prima di venire le conviene prenotare, basta una telefonata". Certo mica hanno una app x Iphone!

1 commento:

  1. Anche sul grissinificio Edelweiss esprimo la mia personale opinione da downshifter.
    Il prodotto è ottimo: e almeno su questo non ci piove visto che sta piovendo praticamente su tutto; ma stiamo parlando di GRISSINI, prodotto che per quanto necessiti sicuramente di buoni ingredienti e una certa perizia, non si presenta almeno sulla carta come particolarmente complicato in termini di processi produttivi o materiali impiegati. Basta farli buoni e si vendono da soli: elementare Watson. Col suo arredo Travemünde-Rostock, le commesse scelte tra le donne del quartiere invece che da Fabrizio Corona, il packaging basico e la produzione limitata a “quanto riusciamo e abbiamo voglia di fare”, il grissinificio Edelweiss ha molto semplicemente mantenuto all’osso i costi di produzione, e soprattutto non ha sottratto investimenti agli ingredienti base – farei notare che altro non sono che farina/acqua/olio/sale spezie/forse strutto e nient’altro - per girarli negli arredi, nel marketing e nelle belle gnocche. Mi spiace davvero se questo va a discapito di professionalità di cari amici come Connie o Nico, (meno se toglie business a Corona) ma sinceramente ci siamo tutti rotti le palle di ristoranti super fighi dove ti fanno patire la fame, o di alimenti impacchettati benissimo ma che hanno giusto il sapore dell’indubbiamente bellissimo cartone che li contiene. E – soprattutto – il grissinificio Edelweiss una volta che ha venduto quello che ha voglia/tempo e soprattutto i soldi di produrre, e ha pagato i costi di gestione, se ne sbatte alla stragrande dell’emerita cazzata americana della crescita continua, saluta tutti, e tira giù la cler. A questo proposito consiglio a tutti l’illuminante lettura dell’episodio di Peppino il meccanico-filosofo napoletano contenuto nel libro “Storia della Filosofia Greca” di Luciano de Crescenzo….

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